Progetto promosso dal Parco archeologico dell’Appia Antica con il sostegno del Ministero della Cultura - Direzione Generale dello Spettacolo e ideato in collaborazione con la Rete dei Teatri di Pietra

I MENECMI – COME L’OTTONE E L’ORO | dom 7 luglio | ATTRAVERSAMENTI, la via Appia tra Pietra e Visione

 dom 7 lug 24 ore 21,00

Mausoleo Cecilia Metella - Chiesa di San Nicola (Castrum Caetani)
#spettacolo


Compagnia V.A.N. verso altre narrazioni
I MENECMI - come l’ottone e l’oro
da Tito Maccio Plauto
regia Collettivo VAN
con Andrea PACELLI, Ivan GRAZIANO, Gabriele MANFREDI, Andrea PALERMO
Federica CINQUE,Riccardo RIZZO, Gabriele RAMETTA e Andrea DI FALCO
musiche Andrea di Falco e Gabriele Rametta
 



“C’era una volta il padre di due fratelli, Menecmo e Sosicle eran gemelli, Omozigoti tanto simili tra loro 
 Da essere indistinguibili come l’ottone e l’oro”.





Due gemelli, assolutamente identici, perdono le tracce l’uno dell’altro durante l’infanzia e crescono uno a Trapani e l’altro a Napoli. Il gemello napoletano decide di dedicare la propria vita alla ricerca del fratello perduto e lo fa imbattendosi in una dimensione piena di equivoci e intrecci. Ne’ I Menecmi - come l'ottone e l'oro lo spazio presenta sin dal principio il mondo del Menecmo cresciuto a Trapani, la cui routine è abitualmente delirante, piena di problemi, colpi bassi e musica. Con l'arrivo del secondo Menecmo si darà il via a una climax ascendente ricca di equivoci e identità scambiate, fino al riconoscimento finale che scioglierà caos e tensioni comiche. Tra le numerosissime opere di Plauto, la nostra compagnia ha scelto di mettere in scena I Menecmi. Le ragioni della nostra scelta dipendono dalle opportunità tematiche che un testo classico come questo offre proprio a partire dalla trama: un uomo sceglie di dedicare la propria vita alla ricerca del fratello perduto.



Quello che in apparenza può sembrare solo una strategia comica per innescare tutti gli equivoci che l'intreccio plautino offre diventa per noi un'opportunità per approfondire la natura umana, l'apparente semplicità delle relazioni con gli altri e, di conseguenza, la necessità di ognuno di noi di riconoscersi tra il caos degli eventi e della vita. Proprio questo caos ci permette di vedere l'alterità, di sentire l'altro e, allo stesso tempo, di riconoscere e farci riconoscere. In quanto esseri umani noi esistiamo nella nostra soggettività, ma anche e soprattutto nella relazione con gli altri: abbiamo costantemente bisogno che gli altri ci riconoscano e ci diano valore.



Ci è sembrato lecito e onesto verso Plauto, e lo diciamo con cognizione di causa, usare la musica, il canto e la fisicità degli attori per costruire il nostro spettacolo; non erano mai solo dialoghi le rappresentazioni plautine, i cantica ne sono la conferma. Abbiamo,dunque, cercato di rinnovare - in modo coerente al testo - tutto ciò che ci era concesso e possibile fare. Questa sensazione di confusione e disorientamento prettamente plautino è la chiave che conduce attori e spettatori verso l’agognata agnizione finale, risoluzione di tutti gli equivoci e panacea di tutti i mali. Anche i servi qui, non solo i padroni, hanno la loro altissima dignità e le loro speranze di libertà. Plauto è chiaro sin da subito: non possono esistere padroni senza servi e viceversa, non può esistere dignità senza amore e ricerca della verità, non può esistere felicità se non è condivisa, non possono esistere attori che raccontano storie senza spettatori pronti ad accoglierle.

I personaggi che animano la commedia plautina non sono individui che pongono interrogativi complessi sulla propria psiche o etica. Ognuno di loro dichiara senza filtri la propria necessità e il proprio carattere e il pubblico ne risulta immediatamente complice senza alcuna mediazione o riflessione.

La comicità di Plauto, costruita in un continuo oscillare tra forme cantate, forme in versi e forme in prosa, permette a noi attori di mettere in scena un mondo variegato e caotico in cui coesistono personaggi con lingue e atteggiamenti differenti, ma totalmente incastrati e coerenti con l'ambiente e il loro carattere.

Gli intrecci offrono un ventaglio tale di strumenti per la commedia da permetterci di sperimentare e costruire una messinscena che attinge e approfondisce con equilibrio dal teatro e dalla musica, dalla recitazione e dal canto. Lo spettacolo procede cavalcante su un ritmo apparentemente caotico ma meticolosamente orchestrato, alternando canto e recitazione. I due gemelli, ignari della reciproca presenza nel luogo, dovranno ritrovare sé stessi in mezzo al caos e sopravvivere a un’interminabile e tragicomica giornata. La dimensione parossistica e musicale da vita a questo esperimento meta teatrale che scorre tra risate, ritmo e momenti di grande coinvolgimento, fino al riconoscimento finale dei due gemelli, l’inevitabile soluzione della commedia che finalmente azzera il caos e scioglie ogni tensione.


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