Progetto promosso dal Parco archeologico dell’Appia Antica con il sostegno del Ministero della Cultura - Direzione Generale dello Spettacolo e ideato in collaborazione con la Rete dei Teatri di Pietra

GAIUS PLINIUS SECUNDUS | ven 21 giugno | ATTRAVERSAMENTI, la via Appia tra Pietra e Visione

 

ven 21 giu 24 ore 21,00
Mausoleo Cecilia Metella - Chiesa di San Nicola (Castrum Caetani)
#spettacolo

Compagnia TTR Il Teatro di Tato Russo
GAIUS PLINIUS SECUNDUS
L’ultimo viaggio di Plinio il Vecchio
drammaturgia Diego SOMMARIPA e Noemi Giulia FABIANO
musica Marco SCHIAVONI
danza Lucia CINQUEGRANA, Luca PIOMPONI
con Rino DI MARTINO
 

Lo spettacolo è un viaggio immaginario attraverso le allucinazioni , le speranze, le proiezioni e
gli ultimi respiri di PLINIO IL VECCHIO.
Lo spazio è un luogo astratto, un limbo , un quadro sospeso, una barca da riparo, che diverrà letto di morte, dove prendono Vita tra sogno e realtà, gli elementi: fuoco, acqua, aria, terra.
Le parole di Plinio “ NATURA EST VITA “ , in piena emergenza climatica , diventano una citazione dal sapore quantomeno sarcastico, ed è proprio con questo sentimento che si racconteranno e verranno raccontati gli Elmenti , dall’antico splendore, a tratti barocco e sfavillante , all’attuale stato di dissipamento, quasi a dimenticare i loro Dei, in un mondo senza sentimenti verso la natura. Eppure terra/acqua, il fuoco/aria non sono archetipi immobili, ma soggetti dinamici che disegnano , sviluppano e tessono una danza che suscitando infiniti piani di riflessione. La vicenda di Plinius, uomo “curioso” , ora con toni grotteschi, ora tragicomici, si offre come un viaggio d’amore verso la madre terra.

Cosa fa di Plinio materia di teatro? Innanzitutto l’attualità “antica” della visione del mondo e della natura :alle attuali questioni ambientali, climatiche, ecologiste e alla consapevolezza della necessità di un cambiamento, Plinio offre una visione complessiva, ampia eppure semplice che, come osserva Italo Calvino, sembra “animata dall’ammirazione per tutto ciò che esiste e dal rispetto per l’infinita diversità dei fenomeni”.

Ma è soprattutto la curiositas, il desiderio di vedere e studiare tutti i fenomeni, anche i più piccoli, che fa di Plinio materia di teatro: l’uomo che indaga, capace di stupirsi della infinite singolarità sia umane che naturali, la ricerca del vero, il non accontentarsi del verosimile è il sentimento che emerge da Plinio ed esprime il pathos per l’universo e i suoi misteri.

Al centro della scena, luogo senza tempo, l’attore Rino Di Martino, è materia viva della storia. Con anima, corpo e voce dialoga con i mondi/globi che perimetrano un tappeto graffiato da appunti, con il movimento silente dei danzatori/elementi, con canne luminose che tracciano il limite discontinuo della conoscenza.

Un viaggio in cui storia e presente si fondono in un unico tempo e il racconto di Plinio il Vecchio da vicenda singolare diventa tensione e visione per il futuro.

 
 

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